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Gli italiani si sono autoconvocati il 12 e 13 giugno per andare a votare per quattro referendum che chiedono l’abrogazione di norme che riguardano la costruzione di centrali nucleari, l’affidamento della gestione idrica ad enti privati e la norma sul Legittimo impedimento.
Purtroppo in Italia il referendum può solo abrogare leggi già emanate, ma non può proporne di nuove. L’unica possibilità che i cittadini hanno di proporre nuove leggi è la “proposta di legge di iniziativa popolare”, ma tali proposte non hanno la stessa forza del referendum, in quanto devono comunque essere discusse dal Parlamento e possono anche non essere accettate. Il responso di un referendum, invece, non è discutibile: è la voce del popolo e nessuna istituzione la può zittire.
Nonostante ciò sarebbe ingiusto affermare che il voto referendario del 12 e 13 giugno ha solo un valore abrogativo che riguarda il presente. Questo voto ha un grande valore per il futuro.
Prima del 12 e 13 giugno, se ne abbiamo la possibilità, andiamo a sederci su un prato, magari vicino ad un corso d’acqua e respiriamo profondamente, anche solo per un attimo. Guardiamo ed ammiriamo il colore verde di quel prato, ogni singolo filo d’erba, ogni singolo fiore, ogni singolo petalo di ogni fiore. Ascoltiamo con attenzione il suono dell’acqua che scorre. E se c’è qualcuno vicino a noi invitiamolo a fare altrettanto.
Ebbene, basterebbe fare questo per capire quanto è importante il nostro Sì. Quanto quel Sì è importante, non solo per il presente, ma anche per il futuro. Non c’è bisogno d’altro per capirlo.
Quel nostro Sì potrà contribuire a che in futuro quel prato, quel filo d’erba, quel fiore non siano vittime della contaminazione nucleare.
Quel nostro Sì potrà essere decisivo per garantire che quel corso d’acqua continui ad essere un bene di tutti e per spingere affinché altri beni continuino ad essere o diventino finalmente beni comuni.
Quel nostro Sì, inoltre, potrà rappresentare un passo avanti per il progresso della società affinché un giorno la legge sia veramente uguale per tutti.
Chi oggi afferma che questi referendum sono inutili non è in grado, evidentemente, né di vivere pienamente il presente, né di immaginare un futuro migliore per tutti. In altre parole ha perso la capacità di saper vivere.
Il futuro nostro e dei nostri figli ha bisogno dei nostri Sì di oggi. Qui e ora. Subito.
Se oggi siamo disposti ad andare a votare e a votare Sì, avremo dato un segnale molto forte al fine di trarre tutti vantaggio dagli errori della nostra epoca e di consegnare al secolo appena iniziato un bel giardino e, perché no, un sentiero luminoso per il progresso dell’essere umano.
3 giugno 2011