L’ONU è controllata proprio dalle stesse potenze che sono le principali produttrici di armi, che sono quelle che generano la maggior quantità di conflitti armati, e sono quelle che per difendere i loro interessi economici non esitano nel sostenere dittature sanguinarie quando gli conviene o sgominarle mettendole a ferro e a fuoco quando non gli conviene. E a soffrire della violenza sono sempre i popoli.[...]”

 

Potremo uscire da questo labirinto di violenza solo quando, invece di dipendere dalle risoluzioni ONU, il mondo si organizzerà in una vera Nazione Umana Universale.
Nel frattempo, bisogna compiere ogni sforzo per risolvere questi conflitti, come quello libico,
perché da un approccio violento alla violenza, non si produrrà la pace...”

L’obiettivo dell’intervento della comunità internazionale dovrebbe essere quello di stabilire una pace giusta tra le parti belligeranti. Una pace giusta sarebbe quella in cui non ci siano vincitori né vinti, ma nella quale tutte le parti finiscono per ottenere il conseguimento dei propri obiettivi principali.

Nel caso della Libia le parti contendenti sono varie tribù, tra cui quella di Gheddafi, ed il popolo ed ogni singolo individuo che vuole democrazia e libertà .

 

Per questo prima di tutto bisognerebbe proporre una mediazione tra le parti, con la cessazione immediata delle azioni armate. Nel caso della Libia, questo tipo di proposta non è stato ascoltato da parte dell’ONU ma c'è stata una presa di posizione che ha compromesso la possibilità di negoziazione, con minacce di sanzioni e di interventi militari fin dall’inizio. Come aggravante l’UE ha cominciato ad affermare pubblicamente che non c’era posto per Gheddafi, appoggiando in pratica un colpo di stato.

 

La forza di interposizione verrebbe in seguito, dopo l’accettazione della mediazione. La forza d’interposizione dell’ONU potrebbe aver luogo se fosse accettata dalle parti, anche per mezzo di pressioni della comunità internazionale, pagando in questo senso il prezzo di trasformarsi in una forza d’occupazione.

 

La forza di interposizione potrebbe garantire i corridoi umanitari per aiuti alla popolazione civile e l’evacuazione delle zone di conflitto così come per l’assistenza ai feriti. In ogni caso sarebbe importante che la forza d’interposizione fosse formata soprattutto da truppe fornite all’ONU da paesi dell’Unione Africana e della Lega Araba, nel contesto di una stretta collaborazione tra queste e l’ONU stessa.

 

Nel frattempo continuerebbe la negoziazione mediata che permetterebbe a ciascuna delle parti di conoscere e di tenere in considerazione il punto di vista dell’altra fino ad arrivare a un accordo soddisfacente per tutti, che eviterebbe la guerra, la tirannia e la repressione e che potrebbe passare per una nuova costituzione ed elezioni democratiche a medio termine.

 

D’altra parte, servirebbe una risoluzione dell’ONU che sostenga la mediazione e l’ingresso della forza di interposizione e che dovrebbe essere molto chiara in quanto al suo oggetto e ai suoi limiti. Limiti che devono arrivare sino alla difesa e mai all'attacco.

Purtroppo , questi bombardamenti sono stati supportati da una risoluzione ONU che ha dato il permesso di prendere tutte le misure necessarie (compreso i bombardamenti) per “proteggere” la popolazione civile, specialmente creando una no fly zone, decisione quindi belligerante e ben differente dalla mediazione.

 

Si dovrebbe approfittare del fatto che Gheddafi aveva annunciato un cessate il fuoco, proponendo una mediazione internazionale. Anche se l’ONU oramai sembra non sia già più nella posizione di poterlo fare, potrebbe dare il mandato alle organizzazioni della regione africana, già menzionate, o a qualche organizzazione internazionale della società civile, per portare avanti la mediazione.

 

In ogni caso, la mediazione all’inizio dovrebbe avere solo come condizione il cessate il fuoco da ambo le parti, non mettendo altre condizioni iniziali, lasciando aperte tutte le possibilità per conciliare le parti in causa.