Negli ultimi giorni si è discusso molto in merito alla decisione del comune di Milano di consentire l’apertura degli esercizi commerciali. Sicuramente una provocazione… ma ci siamo accorti che le aperture ormai riguardano tutte le festività?

Forse allora bisognerebbe istituire uno sciopero generale permanente…

Credo che ormai sia rimasto veramente poco da “commemorare” e invece molto da proporre e rivendicare: una festa per celebrare i diritti ottenuti dai lavoratori risulta quasi una presa in giro per quel 28,6% di giovani che oggi sono disoccupati, percentuale in crescita nonostante la lieve controtendenza generale e che non tiene conto di chi ormai si è arreso e ha smesso di cercare. La situazione è ancora più grave: è un’emergenza!

E chi invece un lavoro ce l’ha? Spesso, principalmente tra i più giovani, si tratta di stage in cui si lavora praticamente gratis, con mansioni uguali o superiori a quelle di colleghi di altre generazioni ma non certo con gli stessi diritti. In altri casi si è obbligati a mascherare con una partita iva un impegno da dipendente, senza tutele ma con tutti i doveri del caso.

Per non parlare dei migranti tenuti in clandestinità da una legge pretesto per permettere di trattarli come schiavi, sotto continuo ricatto… e per ridurre il “potere contrattuale” di quelle poche fasce di lavoratori che ancora qualche diritto ce l’hanno o di quelli che nel mercato del lavoro tentano di entrarci o di ri-entrarci.

Questi sono i temi veramente importanti di cui dover parlare, in particolare il primo maggio… Rendiamoci conto che non stiamo molto meglio di quando la festa venne istituita, di quel primo Primo Maggio, nel 1890, in cui il movimento dei lavoratori scese in piazza per iniziare a rivendicare il diritto alle otto ore lavorative.

Oggi siamo in piena campagna elettorale ed è fondamentale puntare i riflettori (e le riflessioni) anche sui provvedimenti che l’amministrazione pubblica milanese deve prendere come azione concreta verso la riconquista di quei diritti ormai persi e, da lì, ricominciare ad avanzare :

  • Stabilizzare tutti i propri lavoratori precari e decrementare l’esternalizzazione degli incarichi lavorativi

  • Includere come criterio preferenziale nell’assegnazione degli appalti il minor ricorso a mano d’opera precaria, ore di straordinario, stage e subappalti da parte delle aziende appaltatrici e adottare idonei sistemi di vigilanza in merito.

  • Vigilare al proprio interno e presso le aziende appaltatrici sul reale rispetto dei criteri antinfortunistici

  • Sostegno, anche economico, alle iniziative micro imprenditoriali e cooperativistiche giovanili

Perché se è vero che il tema del lavoro (o della disoccupazione) non è risolvibile solo a livello Comunale, è anche vero che Milano ha tutti i requisiti per porsi all’avanguardia affinchè si realizzi il diritto di ognuno a vivere una vita degna, a partire dal proprio lavoro. E’ solo necessario crederci e volerlo.

Buon Primo Maggio a tutti!

Laura Di Dio

Candidata al consiglio comunale di Milano nella lista unitaria “Sinistra per Pisapia”, come rappresentante per il Partito Umanista.