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Partito Umanista, 20 febbraio 2013 -
Dopo una campagna elettorale combattuta a suon di slogan e di luoghi comuni, ancora una volta sarà eletto un Parlamento lontano dalle aspirazioni e dalle necessità reali delle persone comuni. Quello che viene da chiedersi è solamente come siamo potuti cadere così in basso.
Qual è, allora, la democrazia che vogliamo? Vogliamo forse la democrazia del porcellum? Vogliamo ancora la democrazia rappresentativa, in cui cambiano le facce degli eletti, ma che dal giorno dopo le elezioni non dovranno renderci conto di niente di quello che faranno? Vogliamo ancora questa farsa di democrazia in cui pochi decidono per tutti?
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Partito Umanista, 18 febbraio 2013 -
Stracciare il trattato di Maastricht oppure uscire dall'Euro e formare un'Area Economica Mediterranea.
L'Italia non ha altre alternative per evitare il disastro.
Il Partito Umanista, fin dalle Elezioni Europee del 1999 denunciava in Europa:
- un peggioramento delle condizioni di vita dei suoi abitanti in nome della politica monetaria e finanziaria;
- la perdita di democrazia e sovranità degli Stati nazionali;
- un aumento del malessere nel tessuto sociale, nelle fasce escluse per la diminuzione di diritti e garanzie, a causa delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni, della “flessibilità” del lavoro e della competizione globale.
Abbiamo sempre denunciato un'Unione Europea plasmata in fretta e furia sui cardini del trattato di Maastricht e dell'Euro e finanziata attraverso la privatizzazione della sanità, dell'istruzione e dei servizi pubblici essenziali (luce, gas, acqua, telefono, etc.); attraverso il furto e la privatizzazione delle pensioni e dell’assistenza sociale, attraverso l’aumento della disoccupazione.
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Discorso di Tomas Hirsch alla Conferenza Internazionale per la Pace “Modi nonviolenti per cambiare un regime” . Monaco, 1 e 2 febbraio 2013.
Devo dire che il titolo di questa conferenza è alquanto discutibile.
In primo luogo – e non lo dico come critica, ma per stimolare la riflessione – se mi viene chiesto di parlare dei modi nonviolenti per cambiare un regime, è perché in fondo si suppone esista la possibilità di un cambiamento di regime attraverso la violenza. Evidentemente essa è ancora installata nella testa di molti di noi: crediamo che possa produrre i cambiamenti desiderati, mentre la nonviolenza appare solo come una possibilità in più rispetto a quelle esistenti.
Al di là di una posizione etica che ci porta a rifiutare il suo uso, bisogna chiedersi se la violenza possa produrre davvero un cambiamento. Esistono esempi reali del fatto che abbia modificato davvero una situazione politica, economica o sociale?
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A Novembre del 2012 abbiamo lanciato questa petizione per chiedere la modifica dello Statuto del Comune e introdurre il referendum propositivo, il referendum confermativo e quello abrogativo, abolendo il quorum.
Se vuoi aiutarci a raccogliere le 1000 firme che servono è possibile scaricare il modulo e le spiegazioni dai link seguenti oppure se desideri siamo disponibili ad incontraci di persona per fornire i moduli e dare maggiori chiarimenti sull'iniziativa.
E' possibile scaricare di seguito tutto il necessario per raccogliere le firme, che potrai consegnarci in Via Accademia,53, o contattandoci.
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