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Prima della fine dell’anno il Parlamento Europeo sarà chiamato a ratificare l’accordo UE-Canada firmato il 30 ottobre. A partire da oggi, Stop TTIP Italia aumenta la pressione sugli eurodeputati per chiedere loro di esprimere un voto contrario I nostri rappresentanti politici in Europa saranno chiamati a rispondere agli elettori, che dai territori chiederanno di motivare […]

via Stop TTIP lancia la campagna “Adotta un europarlamentare” per fermare il CETA — Stop TTIP Italia

Sabato 5 Novembre
STOP CORPORATIONS POWER!

Giornata Globale di Lotta Contro il Potere delle Multinazionali
Via Bellezza 16 - ARCI BELLEZZA

dalle ore 11 Workshop, Incontri, incursioni Teatrali e Musicali

ore 16 Incontro in Videoconferenza con il fotografo Pablo Ernesto Piovano, autore del reportage "El costo humano de los Agrotoxicos" sull'impatto delle coltivazioni OGM di Monsanto in Argentina

Saremo in piazza e per le strade d’Italia, ancora una volta, per opporci dal basso agli accordi di libero scambio nemici delle persone e del pianeta. Dopo la grande manifestazione del 7 maggio a Roma, la Campagna Stop TTIP rilancia la mobilitazione sui territori con lo #StopCETAday di sabato 5 novembre. Contestualmente, pubblicheremo “CETA: attacco al cuore dei diritti“, un adattamento del dossier “Making Sense of CETA” pubblicato a settembre da numerose organizzazioni della società civile europea.

Siamo chiamati a ribadire il nostro no all’accordo UE-Canada, il cavallo di Troia del TTIP. Oltre ad essere altrettanto pericoloso, il CETA apre le porte dell’Europa a più di 40 mila multinazionali statunitensi con una sede in territorio canadese. Dopo accelerazioni e brusche frenate, Bruxelles e Ottawa sono sicure di firmare il trattato entro l’11 novembre. Poi toccherà al Parlamento Europeo ratificare, e infine ai governi nazionali. Ma a quel punto, il CETA sarà già per buona parte in vigore a causa dell’applicazione provvisoria, proposta dalla Commissione UE e avallata dai capi di Stato. Riteniamo inaccettabile scavalcare i parlamenti nazionali su materie di tale importanza per la vita dei cittadini. Non condividiamo l’impostazione dei grandi accordi commerciali, costruiti su misura per il grande business a discapito dei diritti e dei beni comuni. Per questo invitiamo tutte le cittadine e i cittadini a scendere in piazza per fermarli ancora una volta.

Le menzogne del Governo sul Referendum Costituzionale

RIDUZIONE DEI COSTI DELLA POLITICA = risparmiare quattro spiccioli sugli stipendi dei senatori, ma non toccare i veri costi della politica: la scelta di pagare alle banche 100 miliari all’anno di interessi sul debito pubblico

MODERNITÀ = togliere ogni sovranità ai cittadini e sottomettere lo Stato alla dittatura della finanza e delle multinazionali

AFFIDABILITÀ = eseguire gli ordini della UE, degli USA, delle agenzie di rating e dei mercati

GOVERNABILITÀ = ridurre il dibattito democratico in Parlamento e attribuire maggior potere al governo, sostenuto da una minoranza “gonfiata” da un gigantesco premio di maggioranza

VELOCITÀ DELL’ITER PARLAMENTARE = meno riflessione e meno dibattito prima di varare una legge, per eliminare ogni intralcio alla rapida approvazione delle leggi imposte dal mondo finanziario.


Vogliono un’Italia sottomessa
NOI rispondiamo NO

Oggi giovedì 15 Settembre alle ore 18.30 in Piazza del Duomo a Milano Il comitato Stop TTIP di Milano ha fatto un Flash Mob contro TTIP e CETA.

Il vertice europeo di Bratislava in programma in questi giorni sarà l’occasione per fare il punto sugli accordi di libero scambio che la UE sta negoziando con Stati Uniti e Canada. Sul piatto c’è il contestatissimo TTIP (Accordo Transatlantico per gli Investimenti e il Commercio) e il CETA (Accordo Commerciale tra Europa e Canada).

Sono trattati che puntano alla privatizzazione dei servizi, allo smantellamento delle leggi per la protezione dell’ambiente, del lavoro, della tutela dei consumatori. Sono trattati che i cittadini europei non vogliono e contro i quali sono state raccolte 3,5 milioni di firme.

Le ultime dichiarazioni da parte di Francia, Belgio e Germania riguardo “la morte del TTIP”, per quanto possano suonare confortanti per i cittadini europei che vi si oppongono, non tranquillizzano i movimenti, le associazioni, i sindacati e le realtà politiche che in questi anni ne hanno contrastato le logiche.

L’idea che il trattato possa essere semplicemente “congelato” è inaccettabile. I cittadini europei e statunitensi, infatti, non possono vivere con la spada di Damocle di un accordo che i governi possono tirare fuori quando più gli fa comodo, magari contando su un momento favorevole che gli permetta di portare a casa il trattato senza fare troppo rumore.

Oggi siamo in piazza per chiedere che i governi della UE mettano fine a tutto questo, ritirando una volta per tutte il mandato a negoziare il TTIP, così come chiesto anche da Francia e Belgio.

Chiediamo anche che la Commissione Europea rinunci all’idea di rendere “provvisoriamente attivo” il CETA (trattato tra Canada e UE) prima che sia esaminato da tutti i parlamenti nazionali dei paesi aderenti all’Unione, impedendo così una discussione democratica e partecipata sul contenuto del trattato.

TTIP e CETA: non firmateli, FERMATELI!

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