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Entro il prossimo mese di agosto il Comune di Milano e l’Agenzia per il Trasporto Pubblico Locale si dovranno esprimere sulla proposta pervenuta dall’associazione temporanea di imprese “Milano Next”, che intenderebbe prendere in gestione il servizio di trasporto pubblico per i prossimi 15 anni, attraverso lo strumento del project financing, nell’intero bacino di Milano, Monza, Lodi e Pavia.

La novità assoluta è che Azienda Trasporti Milanesi (società interamente controllata dal Comune di Milano) non si propone in questa operazione da sola, bensì assieme a IGPDecaux, A2A, Busitalia (società di trasporto pubblico delle Ferrovie dello Stato), Hitachi Rail Italy (produttore di treni per le metropolitane, di proprietà del colosso giapponese Hitachi) e altri soggetti privati già quotati in borsa.

Questa operazione ha quindi lo scopo di inserire soggetti privati nella gestione del trasporto pubblico e nella realizzazione delle relative infrastrutture, diluendo la funzione di ATM in un più ampio consorzio pubblico-privato. Gli introiti dei biglietti ed i risparmi nei costi di produzione, invece di essere investiti nel miglioramento del servizio o di ritornare, come utili di una partecipata, all’amministrazione comunale, verrebbero dirottati in dividendi per gli azionisti delle società che partecipano al consorzio.

Si determinerebbe inoltre una situazione di monopolio che renderebbe assai più difficile il ruolo di indirizzo e controllo degli enti pubblici locali (a partire dallo stesso Comune di Milano), anche per via delle immediate asimmetrie nel possesso delle informazioni sul funzionamento del servizio a favore del Consorzio pubblico-privato.

I firmatari del presente appello si dichiarano contrari a questa operazione, che è l’inizio di un percorso di privatizzazione del trasporto pubblico milanese, il quale potrebbe, in futuro, conoscere ulteriori sviluppi (cessione di quote societarie di ATM, quotazione in borsa dell’intero Consorzio “Milano Next”, etc.).

Una parte dei servizi di trasporto pubblico locale interurbani è già oggi gestita da società private (Autoguidovie, STAV, STIE, etc.). In nessun caso si è dimostrata una maggiore efficienza rispetto ai servizi svolti da ATM né un significativo risparmio di costi. Ciò non sorprende: è scontato il fatto che un privato assuma la gestione di un servizio pubblico esclusivamente con lo scopo di ricavarne un profitto. Non ci sembra casuale, a questo proposito, che questa operazione venga proposta contestualmente all’incremento del prezzo dei biglietti e degli abbonamenti che scatterà nell’estate del 2019.

Inoltre, è forte la preoccupazione, fondata sull’esperienza, che l’ingresso dei privati nella gestione del trasporto pubblico porti con sé l’abbassamento dei salari e dei diritti dei lavoratori del settore. Già oggi, i lavoratori delle aziende private guadagnano meno dei loro colleghi di ATM e molto spesso sono soggetti a normative su turni e riposi meno favorevoli.

L’alternativa esiste. L’Agenzia di bacino e il Comune di Milano possono procedere all’affidamento diretto dei servizi di trasporto pubblico ad ATM, in quanto società sulla quale il Comune esercita un controllo analogo a quello che esercita sulle proprie strutture (cd.  affidamento “in house”). Tale tipo di affidamento diretto è possibile anche da parte di un gruppo di enti locali, così da coprire l’intero bacino di Milano, Monza, Lodi e Pavia.

La legittimità di una scelta di questo tipo è stata inoltre confermata anche da recentissime decisioni della Corte di giustizia UE: 8 maggio 2019, C-253/18; 21 marzo 2019, Cause riunite C-266/17 e C-267/17. In tutti questi casi, enti territoriali tedeschi hanno affidato direttamente i servizi di trasporto pubblico a società da loro controllate! Non è vero che la normativa europea ci impone di svolgere gare e di privatizzare!

In prospettiva, riteniamo altresì che ATM debba essere trasformata da società per azioni in azienda speciale (ossia “municipalizzata”, come già era) per evitare future tentazioni privatizzatrici, impedendo manovre sulle quote societarie.

Per tutte le ragioni sin qui indicate, i firmatari del presente appello:


    • Dichiarano la propria contrarietà a qualunque percorso di privatizzazione del trasporto pubblico e quindi contrastano l’accoglimento della proposta in project financing dell’associazione temporanea “MILANO NEXT”;
    • Promuovono e sviluppano una campagna di sensibilizzazione e di contrasto su questo tema;
    • Sostengono e supportano le iniziative sindacali dei lavoratori e delle lavoratrici del trasporto pubblico contro la privatizzazione dei servizi, a partire dallo sciopero indetto da Cub Trasporti per il prossimo 11 luglio;
    • Chiedono ai consigli comunali e provinciali (e della città metropolitana) di Milano, Monza, Pavia e Lodi di esprimersi in favore della proposta di affidamento diretto “in house” dei servizi di trasporto pubblico locale ad ATM;
    • Chiedono la trasformazione di Azienda Trasporti Milanesi da società per azioni in Azienda speciale;
    • Esprimono totale contrarietà all’aumento delle tariffe del trasporto pubblico, che dovrebbe essere gratuito e finanziato interamente dalla fiscalità generale, in maniera quindi realmente progressiva.

Comitato ATM PUBBLICA

 

Aderiscono:

Attac Milano
Comitato popolare difesa beni comuni" Stefano Rodotà"
Comitato Milanese Acquapubblica
Costituzione Beni Comuni Milano
Milano in Comune
Partito della Rifondazione Comunista Milano
PCI Milano
Rete Della Conoscenza Milano
RiMake-FuoriMercato
Sinistra Anticapitalista
Sinistra Italiana Milano Est
Partito Umanista Milano
Partito dei CARC
Andrea Fumagalli (Università di Pavia, Effimera.org)
Emilio Molinari (Movimento mondiale per l'acqua)
Guido Viale (economista ambientale)

Domenica 24 Marzo 2019 > ore 14.30
MILANO > Casa della Cultura
Via Borgogna,3 [MM San Babila]

Programma indicativo:

h. 14.00 Introduce e modera
Valerio Colombo - gruppo di studio sui nuovi modelli economico sociali del Partito Umanista

h. 14.30 Video Intervista
L’istituzione monetaria come strumento democratico per il XXI secolo
Massimo Amato – Docente di Storia economica e Storia del pensiero economico presso l’Università Bocconi.

h. 15.00 Il fallimento economico e non solo sociale
Francesco Bochicchio - Professore di Diritto dei mercati finanziari presso la facoltà di Economia dell’Università di Parma; Membro del Circolo degli Scipioni

h. 15.30 La scarsità tra mito ed evoluzione umana
Nino Galloni - Economista; Presidente del Centro Studi Monetari; dal 2002 al 2018 sindaco all'INPDAP, all'INPS, all'INAIL in rappresentanza del Ministero del lavoro e all'OCSE

h. 16.00 Verso un'etica intenzionale: la creazione di un nuovo mito
Loredana Cici – giurista;Internazionale Umanista


h. 16.30 Interventi delle associazioni che promuovo l’evento

h. 17.00 Interscambio con il pubblico


Organizzatori:

Partito Umanista
Risorgimento Socialista
Movimento RadicalSocialista
Circolo degli Scipioni
Patria e Costituzione

L’attuale situazione di totalitarismo economicista neoliberista sta facendo tornare alla ribalta il tema della sovranità degli stati nazionali, contrapposta al cosmopolitismo della globalizzazione.
Dal punto di vista umanista ovviamente quella da rivendicare è la sovranità popolare, che al momento attuale ha la possibilità di manifestarsi a livello giuridico esclusivamente all’interno degli stati.
Ma si tratta di un “ritorno a qualcosa che prima c’era” o invece la questione è quella di rivendicare l’aspirazione a una vera sovranità del popolo che non è mai stata pienamente raggiunta?
Non c’è dubbio che nella seconda metà del XX secolo siano stati fatti grandi passi avanti in questo senso soprattutto dal punto di vista giuridico-istituzionale con l’apparire di Costituzioni come quella Italiana che hanno rivoluzionato, almeno a livello di principio, la relazione tra il Popolo e lo Stato.
Tuttavia, è evidente che lo slancio di quel cambiamento che, subito dopo la II guerra mondiale ha portato anche a promulgare la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, è stato frenato quasi subito per fermarsi del tutto verso la fine degli anni ’70…
La fine del XX secolo è stata contraddistinta da un processo di apparente trionfo del neoliberismo come manifestazione più estrema di quel capitalismo che, dopo aver lottato per quasi due secoli con l’antagonista socialista, ha finito, almeno apparentemente, con il prevalere in modo definitivo.
D’altronde l’inizio del nuovo millennio è stato caratterizzato da ondate crescenti di “crisi” che hanno mostrato esplicitamente quanto fosse falsa la promessa di benessere e libertà per tutti con cui la fazione trionfatrice cercava di legittimare le proprie ragioni.
La disuguaglianza sta superando i livelli precedenti all’inizio della rivoluzione industriale, la speculazione finanziaria fuori controllo domina gli apparati internazionali costituendosi come un parastato dittatoriale e le forze economiche produttive, mosse solo dall’aumento del profitto, spingono verso il collasso ecologico del pianeta… Per non parlare dell’impatto sociale che potrà avere la rivoluzione tecnologica dell’intelligenza artificiale se lasciata solo in mano al mercato.
È evidente che è più che mai necessaria una forma di organizzazione della collettività che possa riprendere in mano le redini giuridiche ed esecutive. Se è vero che non sembrano esserci alternative se non quella di ripartire dalla sovranità degli stati nazionali che sono attualmente l’unica entità con caratteristiche democratiche che possano contrastare il parastato globalista, è opportuno riflettere su quali siano gli elementi adatti alla situazione del XXI secolo che debbano essere al più presto iniettati in queste organizzazioni per renderle un punto di partenza per l’ottenimento, per la prima volta nella storia, della vera sovranità popolare.

Sicuramente possiamo trovare nelle costituzioni della II metà del XX secolo, in primis in quella Italiana, e nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo i semi che se sviluppati opportunamente possono far partire questo processo di riscossa della collettività.

La nostra aspirazione è quella di arrivare a uno “Stato Coordinatore” che possa configurarsi come una vera intelligenza collettiva partecipata direttamente da tutti, in una democrazia reale articolata in modo complesso con meccanismi di democrazia diretta, partecipata e rappresentativa.

Si tratta di un modello in cui lo Stato, in quanto strumento di autoregolazione della comunità nei suoi vari livelli, possa coordinare il mercato e i suoi attori, eliminando le asimmetrie informative e soprattutto definendo e regolando un’articolazione diffusa del concetto di proprietà, che non escluda forme di proprietà privata e neanche il capitale come elemento dell’economia, ma le normi in modo tale che non siano prevalenti rispetto all’interesse comune.
In sintesi, si tratta di aggiungere il tema della violenza economica tra quelle da deprecare a livello giuridico.

La campagna “diritti per le persone, regole per le multinazionali: Stop ISDS”, promossa da centinaia di organizzazioni e movimenti in 16 paesi europei, ha raccolto più di 500.000 firme in meno di un mese.

La petizione chiede ai paesi UE di stralciare dai trattati di libero scambio le clausole arbitrali, che consentono alle imprese di fare causa agli stati di fare causa agli Stati che, con i loro provvedimenti legislativi e amministrativi, possono “erodere” i loro profitti, e di aderire al percorso per la firma di un trattato vincolante sulle multinazionali e i diritti umani. Le migliaia di firme che stanno arrivando da tutta Europa sono un bellissimo segnale, ma non bastano.

Per un reale cambio di rotta nelle politiche commerciali a livello internazionale serve l’impegno di tutte e tutti. Per fare un primo passo in questa direzione abbiamo scelto la giornata del 3 marzo, anniversario dell’assassinio di Berta Cacares, attivista uccisa in Honduras per la sua opposizione allo strapotere delle multinazionali.

Una giornata in cui invitiamo tutte le realtà attive sui temi del rispetto dei diritti umani e della tutela dei beni comuni a dare il loro contributo dare il loro contributo per avviare un percorso e una battaglia ispirati ai principi di giustizia e solidarietà.

La campagna Stop Ttip Milano insieme al Comitato Berta Vive Milano, e con la partecipazione del Comitato Acqua Pubblica e del Collettivo Donne Latinoamericane Marielle Franco vi invita alla giornata di lancio della campagna “Diritti per le persone, regole per le multinazionali: Stop ISDS”, promossa da centinaia di organizzazioni e movimenti in 16 paesi europei, ha raccolto più di 500.000 firme in meno di un mese.

  • Ci troviamo alle 12 per allestire lo spazio e pranzare insieme.
  • Si inizia alle 14.30 con la “Ruota della sfiga” che promuove la cittadinanza delle multinazionali con nuovi non-diritti;
  • e poi la presentazione della campagna e gli interventi delle realtà invitate.

Domenica 3 marzo 2019
Cam Ponte delle Gabelle
Via San Marco 42
dalle h 14,30

Si prega di prenotare per il pranzo alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
entro sabato 2 marzo

IL RISCATTO DELLO STATO E DELLA SOVRANITA' NAZIONALE
Strumenti per l'autodifesa del popolo contro la dittatura dei mercati.

Presentazione del libro "Sovranità o barbarie".

Intervengono:
Massimo AMATO,
professore di Storia Economica, Università Bocconi
docente di Storia, Istituzioni e Crisi del Sistema Finanziario Globale

Marco LEONARDI,
professore di Economia Politica, Università Statale di Milano
Già consigliere economico della Presidenza del Consiglio (Governi Renzi e Gentiloni)

Thomas FAZI,
giornalista, saggista e traduttore. Autore del libro con William Mitchell

sabato 12 gennaio 2019 - ore 17
Libreria OPEN - viale Monte Nero, 6

Associazioni organizzatrici:
Fronte Sovranista Italiano (FSI)
Movimento RadicalSocialista
Partito Umanista - Italia
Patria e Costituzione
Rinascita per un'Italia Sovrana e Socialista
Risorgimento Socialista-Lega dei Socialisti
Senso Comune

 

Segnaliamo la recensione del libro

 

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