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(Foto di https://www.facebook.com/events/422899301707797/)

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Lunedì 28 ottobre 2019 alle 18

Consolato cileno – via Ricasoli 2, Milano

Organizzato da AlpiAndes e ItaliaCuba Milano

Sono già decine i morti, centinaia i desaparecidos e migliaia i feriti della sanguinosa repressione con cui si cerca di far tacere la protesta popolare in Cile. Il presidente Sebastián Piñera ha mandato i militari a pattugliare le strade e ha decretato il coprifuoco a Santiago e in altre città. “Siamo in guerra contro un nemico potente e implacabile, che è disposto a utilizzare una violenza senza limiti”, ha detto il capo dello Stato. Il “nemico potente” è costituito da una popolazione disarmata, che ha in prima fila studenti e studentesse e che scende in piazza solo per farsi ascoltare. Contro di loro, per la prima volta dalla fine della dittatura, vengono schierate le forze armate.

A provocare la rivolta è stato l’ennesimo rincaro del biglietto della metropolitana di Santiago (già più costosa della metro di New York). Ma la protesta si è estesa al resto del paese e la gente ha sfidato il coprifuoco e le camionette dell’esercito per manifestare il suo rifiuto a una situazione economica che condanna la maggior parte della popolazione a lottare per la sopravvivenza.

Secondo uno studio della Banca Mondiale il Cile è, insieme al Ruanda, uno degli otto paesi al mondo in cui la disuguaglianza tra i cittadini è più forte. Gli anni di governo “democratico” non hanno intaccato questo stato di cose, non hanno modificato la Costituzione ereditata dalla dittatura e non hanno cambiato il modello ultraneoliberista impiantato da Pinochet. L’acqua, la sanità, l’istruzione, la sicurezza sociale, il trasporto, l’alloggio: tutto è privatizzato e per avere accesso a questi beni fondamentali le famiglie sono costrette a indebitarsi pesantemente.

Dall’altra parte c’è una minoranza privilegiata che si appropria della stragrande maggioranza delle risorse nazionali e una classe politica che riesce ad approvare solo aumenti del proprio appannaggio. Solo due esempi: il presidente del Senato guadagna più del re di Spagna e la “pensione” degli ex capi di Stato è superiore a quella degli ex presidenti statunitensi.

Di fronte a una tale situazione siamo a fianco della popolazione che lotta per il diritto all’acqua, alla salute, all’istruzione e chiede a gran voce le dimissioni del presidente Piñera.

Aderiscono:

Il COORDINAMENTO DEI COMITATI DEGLI INQUILINI assieme ad Alleanza Italiana STOP 5G  in collaborazione con Associazione Italiana Elettrosensibili, WWF e ANPCI Associazione Nazionale Piccoli Comuni e con la partecipazione di GAIA ed ECO RETE Rete Ecologica Lombardia

organizza a Milano il 26 OTTOBRE ore 14

alla Camera del Lavoro di

via Albertinelli 14 (p.le Segesta)

il convegno

"5G ed ELETTROSMOG : Siamo DAVVERO sicuri?"


Relatori
Dott Andrea Grieco, fisico
Dott Menichella Mario, fisico
Dott.ssa Anita Cappello medico ATS specialista in Igiene e Medicina Preventiva
Dott Marco Menghini referente WWF Lombardia 5G Gruppo di Studio e di Azione
Dott Paolo Orio presidente della Associazione Italiana Eletteosensibili
Dott Enrico Vignati Presidente ANPCI Lombardia


Modera ed introduce
Dott.ssa Antonella Nappi sociologa e docente UNIMI.

La assemblea vuole essere il punto di partenza di un tavolo che elabori ed attivi in brevissimi tempi soluzioni dirette a contrastare l'incremento incontrollato dell'elettrosmog nella metropoli e a prevenire l'insorgere di correlati effetti indesiderati sulla vita umana e animale e sull ecosistema, oltreché un momento di riflessione sul dove ci conduce la corsa cieca alla iperconnessione.

Speriamo di farVi cosa gradita nell'invitaVi alla manifestazione in oggetto, certi di fornirVi contenuti di interesse veicolati da relatori di rilievo.

Restiamo comunque a Vostra disposizione per ogni ulteriore  chiarimento
Distinti Saluti.

Massimo Incontri
3495862744
Responsabile Organizzativo STOP5G Milano
Referente ECO RETE su Milano per 5G ed Elettrosmog

 

Oggi comincia alla Camera la discussione per approvare la modifica della Costituzione che taglia il numero dei parlamentari di Camera e Senato.

Il Governo attuale, M5S e PD, in continuità con quello precedente, M5S e Lega, vuole modificare la Costituzione ( agli articoli 56,57,59) per “tagliare” 365 parlamentari, passando cioè da 630 a 400 alla Camera, da 320 a 200 al Senato.

Il rapporto tra elettori ed eletti, in questo momento, è di 96.006 elettori per ogni deputato; con la riforma il rapporto – e, con esso, la distanza tra elettori ed eletti - aumenterebbe a 151.210 elettori per ciascun deputato, mentre per i senatori si passerebbe da 188.424 elettori a 302.420.

Diminuire il numero di membri del Parlamento significa allontanare ulteriormente i cittadini dal potere e dalla politica.

Questa diminuzione di rappresentatività, unita agli sbarramenti delle leggi elettorali in vigore, si tradurrebbe in soglie di sbarramento reale tra il 10% ed il 20%, rendendo, nella sostanza, inaccessibile il Parlamento a qualsiasi partito privo di forti appoggi mediatici e finanziari.

Il depotenziamento delle Camere era già presente nella proposta di riforma costituzionale del 2016, che fu respinta dal popolo con il referendum. Anche nel 2006 era stata presentata una legge di revisione costituzionale, seppur non così drastica come quella in esame oggi, per diminuire il numero dei deputati e dei senatori, anch’essa respinta dal popolo con un referendum.

E’ dal 1985 che i partiti che si sono alternati al governo nelle varie legislature pongono nella propria agenda il taglio dei parlamentari; sembra evidente che, da lungo tempo, i partiti al governo abbiano tra le loro priorità il fatto di rendere sempre più inaccessibile il Parlamento alle forze politiche minori, cui mancano visibilità mediatica e forza economica.

Il depotenziamento del potere del Parlamento è in atto già da anni, mediante la consolidata prassi di impegnare il Parlamento non nella sua funzione legislativa ma, piuttosto, grazie al ricatto del voto di fiducia al governo, nell’approvazione di Decreti Legge che, per di più, sono per la maggioranza implementazioni di direttive europee che arrivano direttamente dalla Commissione Europea.

Troppo spesso,ormai, all’approvazione del Parlamento vengono sottoposte leggi che nemmeno sono state discusse, come è accaduto in occasione dell’ultimo bilancio dello Stato.

Inoltre le leggi elettorali più recenti hanno, di fatto, sottratto agli elettori la possibilità di scegliere direttamente i propri rappresentanti, che vengono scelti dai partiti attraverso il meccanismo delle liste bloccate.

Nel 1946, prima che la Costituzione fosse promulgata, nei lavori della Sottocommissione della Commissione per la Costituzione del 18 settembre, furono espresse le seguenti valutazioni, volte a definire la proporzione tra numero di elettori e numero di deputati e senatori: ”La diminuzione del numero dei componenti la prima Camera repubblicana sarebbe in Italia interpretata come un atteggiamento antidemocratico, visto che, in effetti, quando si vuol diminuire l’importanza di un organo rappresentativo s’incominciano col limitarne il numero dei componenti, oltre che le funzioni. Quindi, se nella Costituzione si stabilisse la elezione di un Deputato per ogni 150mila abitanti, ogni cittadino considererebbe questo atto di chirurgia come una manifestazione di sfiducia nell’ordinamento parlamentare.”  

I fautori del taglio dei parlamentari sostengono la validità di questa limitazione della democrazia, utilizzando come termine di paragone la proporzione elettori/eletti dei Paesi meno evoluti in termini democratici. Inoltre prospettano un risparmio che si attesterà intorno ai 60 milioni di euro, una somma praticamente irrilevante all’interno del bilancio dello Stato.

A fronte di tale risibile risparmio, si avrà come conseguenza un costo sociale esorbitante, dovuto alla svendita degli assetti strategici dello Stato, che proseguiranno ancora più spediti grazie a un Governo, un Parlamento e un Senato sempre più slegati dai bisogno e dalle istanze della popolazione.

Il numero dei Parlamentari sarebbe invece da incrementare, per ridurre la distanza tra elettori ed eletti, in modo che, ancora una volta nella storia, la Costituzione Italiana fosse di ispirazione nella lotta per i diritti sociali e democratici di tutti gli altri popoli.
E’ indispensabile ridare al Parlamento la centralità che gli assegna la Costituzione.

Va approvata una nuova legge elettorale proporzionale, senza sbarramenti e che garantisca il diritto di scelta dei parlamentari da parte degli elettori.

 

Presidio piazza della Scala ore 17.30 alle 20.30

Entro settembre il Comune di Milano deve decidere se considerare di “interesse pubblico” la proposta di MILANO NEXT per la gestione del trasporto locale nella città di Milano, città metropolitana, province di Monza e Brianza, Lodi e Pavia.

Il “consorzio temporaneo di aziende” si propone come gestore per 15 anni e al suo interno ha aziende private (alcune quotate in borsa) e società controllate da Ferrovie dello Stato.

Si tratta, in pratica, della PRIVATIZZAZIONE DEL TRASPORTO PUBBLICO A MILANO.

Esattamente ciò che la giunta ha negato di voler fare negli ultimi due anni.

Chiediamo al Comune di Milano di bloccare immediatamente questa operazione di svendita di un patrimonio collettivo che non può e non deve finire nelle mani dei soliti speculatori, interessati esclusivamente agli utili.

ATM e il servizio di trasporto locale devono rimanere in mani PUBBLICHE ed essere gestite solo nell’interesse delle cittadine e dei cittadini, della tutela della salute degli abitanti e dell’ambiente.

SU ATM DECIDE MILANO

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